N.5 - Convention Scuola 2013 - comunicato finale

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Un interesse evidente ha mosso gli insegnanti confluiti numerosi come un popolo a Bologna per due giornate impegnative di lavoro, il 12 e 13 ottobre, articolate in momenti di ascolto e di riflessione comune: dare forma e continuità al desiderio che li anima come persone.

Mai come in questo momento è vero che l'insegnamento e la scuola rinascono da chi non teme di comunicare agli altri l'ipotesi positiva con la quale egli stesso entra ogni giorno nella realtà.

Prima ancora di aprire il registro (sempre più elettronico) e fare l'appello, l'insegnante deve rispondere lui ad un appello: quello che come un'eco gli rimandano gli occhi dei piccoli o grandi alunni che lo guardano; le mura magari scrostate della scuola nella quale passa le sue giornate; il sapore amaro delle riunioni delle quali vorrebbe scorgere il senso non sempre chiaro; i testi degli autori mai troppo conosciuti nei loro aspetti fondativi; lo struggimento per i ragazzi che non ce la fanno e che annaspano nel disorientamento.

Tutto chiama e l'insegnante, come la due giorni ha suggerito, è uno che si prende delle responsabilità, non si sottrae.

Dice "io" in rapporto alle domande dei ragazzi che desiderano conoscere il mondo e la propria identità; alle questioni scottanti del suo istituto e della scuola in generale; all'esigenza di delineare i percorsi più adatti per chi vuole proseguire negli studi o nel lavoro; alle opportunità di dare strumenti efficaci alla propria professione offerte dalle circostanze culturali nella quali vive o dalle vocazioni imprenditoriali del territorio.

Ma una soggettività che risponde e che richiama non si inventa dall'oggi al domani.

Perciò due sono le condizioni perché ciò che è stato posto abbia continuità: non staccarsi dai legami costitutivi per la persona (l'associazione può essere uno strumento) e continuare a giudicare insieme il contesto nel quale si è inseriti.

Alla politica, all'amministrazione gli insegnanti confluiti a Bologna chiedono lo spazio per continuare a operare con la stessa passione che li ha mossi fin qui: non si sovrapponga un disegno verticistico ad una scuola che, proprio perché è l'impresa di ogni giornata, ha bisogno di essere riconosciuta e sostenuta, non di essere stravolta dalla ideologia di turno.


Milano, 13 ottobre 2013