N.33 - Docenti al lavoro su Comitato di valutazione e bonus

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Cari amici di Diesse,
vi giro il resoconto di una riunione tra docenti della scuola superiore sul Comitato di valutazione; la posizione della Dirigente mi è sembrata molto interessante e realistica. Eravamo solo una decina, ma molto motivati e disponibili, così abbiamo deciso di rivederci tra un mese mettendo a tema la questione dell'alternanza scuola lavoro. Un'altra decina di docenti si era dichiarata interessata, ma non ha potuto partecipare; così ho inviato a tutti queste brevi note, che mando anche a voi come nostro contributo al lavoro sul bonus.

Comitato di Valutazione: brevi note sull'incontro del 20 aprile 2016
Abbiamo iniziato con un breve giro di interventi sulla situazione in atto nelle scuole, che appare molto diversificata. In alcuni istituti alcuni sindacati, soprattutto COBAS, CUB e CGIL, tendono a bloccare tutto (in certi casi anche la stessa elezione dei rappresentanti per la componente docente); in altri casi alcuni dirigenti cercano di egemonizzare il comitato facendo eleggere componenti facilmente influenzabili, in altri ancora si sta tentando un lavoro in mezzo a enormi difficoltà. La principale consiste nella quasi impossibilità di valutare in modo “oggettivo” e riscontrabile proprio l’elemento più importante e cioè la qualità dell’insegnamento. Gli estremi del problema si presentano così: da una parte si tende a valutare soltanto ciò che è documentabile (coordinamento, aggiornamento, disponibilità a partecipare alle varie commissioni, ecc.) e non gli aspetti che qualificano veramente la professione; dall’altra si rischia la totale arbitrarietà del dirigente scolastico (e quindi un possibile contenzioso continuo). Il problema per tutti risulta essere il seguente: non buttare via il bambino con l’acqua sporca, ma non negare che l’acqua è sporca; cioè sottolineare la novità e l’importanza della valutazione (quindi no ad interventi indifferenziati a pioggia), ma dall’altra denunciare l’inadeguatezza di strumenti anche giuridici per valutare l’aspetto più significativo della professione.
Su questo punto, però, è emerso che è comunque possibile valutare almeno il “demerito” sulla base di una documentazione scritta, considerata attendibile dal dirigente e contestata al diretto interessato. In una scuola dove sono presenti numerosi casi di criticità, i ragazzi sono stati invitati, con successo, a verbalizzare quanto emergeva nelle loro assemblee di classe. In questo modo sono emersi problemi circostanziati e considerazioni ben soppesate (perché la firma di un verbale comporta sempre un’assunzione di responsabilità). Ma l’intervento più interessante è stato quello di una dirigente scolastica che, invece di partire da criteri astratti, magari ripresi acriticamente da qualche documento reperibile sul web, ha posto al comitato di valutazione questa domanda: il docente è un rapporto, con chi? Con gli studenti, con i colleghi, con le famiglie, con il territorio, ecc. Poi ognuna di queste relazioni è stata approfondita e ulteriormente dettagliata. Per esempio, rapporto con gli studenti significa col singolo, con la classe, ma anche con gli studenti della scuola; rapporto con i colleghi: del consiglio di classe, del dipartimento, del collegio docenti e di altre scuole, ecc.
Successivamente agli studenti, ai docenti e ai genitori è stato chiesto di collaborare, descrivendo quelle che dovrebbero essere le caratteristiche di un buon insegnante. Ne sono usciti dei documenti molto interessanti e, in particolare, quello elaborato dagli studenti appare il più completo e attento al fenomeno educativo nel suo complesso (ne allego un estratto). Naturalmente questo tipo di rapporto, anzi, questa “abitudine al rapporto collaborativo” si è resa possibile perché si è instaurata fin dal primo giorno di dirigenza dell’istituto e ha messo in seria difficoltà il rappresentante dei docenti, fortemente sindacalizzato, che sosteneva a spada tratta l’attribuzione “a pioggia” del bonus.
Naturalmente, anzi purtroppo, molti degli indicatori più interessanti sono difficilmente valutabili e, almeno all’inizio, non potranno essere presi in considerazione ma, sottolineava la preside, «ritengo importante esplicitare per tutti che cosa significhi essere un bravo insegnante. Queste indicazioni possono comunque costituire una guida per i docenti, un’indicazione su che cosa ci si aspetta da loro. Non riusciremo a valutare tutto? Pazienza, incominciamo da alcuni punti, poi, magari ci verrà in mente qualcosa, ma intanto mi sembra corretto indicare fin dall’inizio una direzione di marcia e far sì che gli insegnanti comincino a prendere in esame degli aspetti della professione che magari prima non consideravano». Così non solo gli studenti, ma anche i genitori hanno cominciato a riunirsi a discutere tra loro di valutazione.
Quella che di fatto è inevitabilmente una valutazione parziale (e va detto chiaramente) viene comunque inserita in un quadro d’insieme che non nasconde i problemi, dichiara di essere parziale, inadeguato, ma apre delle prospettive perché finalmente traccia una strada. Valutare significa appunto “far emergere il valore” e questo processo non è mai statico, nel tempo cambia, si precisa. Va aggiunto che l’abilità della dirigente si gioca anche nel saper coinvolgere tutti, non “imporre” qualcosa ma dire «tu insegnante vali, e voglio metterti nelle condizioni migliori». O, come sottolineava una collaboratrice vicaria di un’altra scuola, condivisione significa dire: «tu sei quello che potrebbe aiutarmi a prendere il bonus, non l’avversario da battere».


Queste le indicazioni provenienti dagli studenti

1) Qualità insegnamento
Rendere ottimale l’apprendimento
Puntualità in classe e nella consegna degli elaborati
Rispetto reciproco
Ascoltare le esigenze degli studenti
Mettere a proprio agio
Essere autorevole
Responsabilizzare gli studenti
Offrire più attività di recupero
Mostrare entusiasmo nell’insegnare
Non avere pregiudizi nei confronti degli studenti
Valutare in base al merito ma anche rispetto ai progressi
Stimolare il pensiero critico

2) Risultati
Organizzare lavori di gruppo
Favorire il consolidamento delle conoscenze personali
Attenzione alla persona
Fare uscire le abilità per valorizzare attitudini di ciascuno
Usare Tic nelle lezioni
Didattica laboratoriale

3) Organizzazione
Organizzare viaggi istruzione/attività esterne e rendersi disponibili ad accompagnare le classi
Rendersi disponibili alla soluzione di problematiche nella classe e mediazione con altri docenti del consiglio di classe
Pianificazione delle verifiche
Disponibilità oltre le ore di lezione per valorizzazione delle eccellenze
Dinamicità nel modo di insegnare
Disponibilità agli sportelli pomeridiani, attivare progetti extrascolastici
Dialogare con gli studenti