N.36 - Misericordia e educazione

2015_2016_36-misericordia-e-educazione.pdf144 KB

Cambiare il proprio modo di insegnare nell’Anno Santo della Misericordia. L’esperienza di un’insegnante siciliana con i suoi alunni e i profughi giunti in Sicilia.

Lo scorso agosto ho partecipato al Meeting di Rimini ed ho avuto l’opportunità di visitare la mostra curata da Padre Antonio Sangalli “I volti della Misericordia”. Sono stata colpita dal valore educativo trasmesso dai vari pannelli e soprattutto da quello riportante un episodio della vita di San Girolamo che qui riporto:

«In una notte di Natale gli appare Gesù Bambino che gli chiede:
Non hai niente da darmi nel giorno della mia Nascita?
Il Santo gli risponde: “Ti do il mio cuore!
Va bene, ma desidero ancora qualche altra cosa”.
Ti do le mie preghiere!
Va bene; ma voglio qualche cosa di più”, insisteva Gesù.
Non ho più niente, che vuoi che ti dia?
Dammi i tuoi peccati, o Girolamo”, rispose Gesù Bambino, “perché io possa avere la gioia di perdonarli ancora
». (Tratto da “Sotto la guida dello Spirito” di A. Louf, Bose, 1990, pp. 154-155.)

Allora ho pensato al rapporto con i miei alunni a scuola e ai momenti vissuti con mio marito e i miei figli, facendomi sempre più convinta che c'è un aspetto per cui l'educazione è misericordia, è perdono. È quel che ha fatto Dio con noi. In questo abbraccio c'è tutta la risorsa per cambiare, per correggersi, per insegnare a studiare. Solo dalla misericordia può cominciare l'educazione.

Mi sono portata questa provocazione per tutta l’estate sino a quando nel mio paesino a Serradifalco ho proposto ad alcuni amici di acquistare la mostra “I volti della Misericordia” che finalmente arriva in Sicilia e viene presentata assieme ad un gruppo di allievi delle scuole medie. Ho condiviso questa mia scoperta educativa anche con la mia collega di religione all’interno di un laboratorio progettuale, svolto con il coinvolgimento di AVSI, che ha a tema l’integrazione con i profughi che vivono nel nostro territorio.
Da qui è nata la proposta del concorsoMisericordia e accoglienza oggi: una sfida possibile” che è stato promosso dall’I.C.S "P. LEONE" di Caltanissetta e diffuso dall’USR della Sicilia - Ufficio VI (Caltanissetta/Enna) a tutte le scuole del territorio nazionale.
Gli alunni coinvolti attivamente nel concorso hanno poi desiderato condividere con altre scuole la bella esperienza da loro vissuta: è nato così il Ponte della solidarietà con le scuole del territorio (primarie e secondarie di secondo grado). I ragazzi raccontavano il percorso da loro vissuto e la bellezza che hanno sperimentato nel riscoprire l’importanza di aprire lo sguardo verso l’altro soprattutto in un territorio, quale quello nisseno, ricco di persone provenienti da altri paesi. Alla fine hanno prodotto dei lavori didattici che potessero raccontare la loro idea di Misericordia ed il loro rapporto con i profughi giunti nel nostro territorio. Le autorità locali, venute a conoscenza del percorso, hanno desiderato incontrarci per condividere tale progetto.
Intensa l’esperienza di crescita sia scolastica che umana tra i miei alunni e alcuni profughi all’interno di un laboratorio multiculturale svoltosi un pomeriggio a settimana per diversi mesi. Ogni martedì i bambini marocchini e italiani si scambiavano le ricette dei rispettivi paesi che poi cucinavano ed infine mangiavano insieme. L’ultima parte del laboratorio serviva a produrre del materiale didattico: le ricette venivano tradotte in lingua marocchina e inglese. Da qui è nato un libretto che raccoglie alcune ricette dei vari paesi. Inoltre durante il periodo Pasquale c’è stato uno scambio di ricette e tradizioni del periodo pasquale italiano e del Ramadan. Alla fine del percorso laboratoriale è stata fatta una festa assaggiando le pietanze dei vari paesi. E’ nata un’amicizia che ha permesso l’inizio di un cammino comune con uno sguardo pieno di misericordia. I ragazzi hanno affermato di non poter più guardare i ragazzi stranieri che vedono nel loro territorio con indifferenza.
Allora ho capito che se non c'è questa misericordia, ritrovata come punto di partenza, tutto viene meno, anche il valore dell’educazione scolastica e dell’azione didattica.