N.6 - La prima politica: costruire a partire da un'esperienza

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Quando uscirà questo editoriale le elezioni politiche si saranno già concluse. Non sappiamo ancora chi le avrà vinte e se il nostro Paese avrà un governo stabile o meno.
Sappiamo però una cosa: noi ci siamo e stiamo costruendo nella scuola italiana una presenza capace di provocare la persona – docente, studente, dirigente – nell’interezza del suo io e per questo capace di attirare un numero sempre crescente di scuole, che si rivolgono a Diesse per corsi di formazione, convegni, sostegno professionale.

Un ultimo esempio sono I Colloqui Fiorentini: dal 22 al 24 febbraio scorso tale evento ha visto oltre 3.500 studenti e docenti partecipanti da 200 scuole di tutte le regioni: uno spazio nella scuola italiana dove gli studenti hanno vissuto la libertà di avventurarsi nella scoperta di sé e del mondo, in una profonda armonia fra cultura e vita, fra sete di sapere e urgenza di significato, mentre per i docenti è stato un appuntamento di vero aggiornamento professionale.

Ha scritto una studentessa alla sua insegnante: “Prof, scusate se sono qui a disturbarvi, ma l'anno prossimo ho un bisogno viscerale di partecipare nuovamente ai Colloqui Fiorentini, chiunque sia l'autore di cui parleranno alla prossima edizione. Con l'esperienza e l'incontro di oggi ho capito che ho bisogno di intraprenderlo, perché vi assicuro che per le emozioni che mi circolano ora nel corpo, per i miei coetanei sembrerei probabilmente pazza. Mentre il professore parlava, ho provato le stesse emozioni di quando si è ad un primo appuntamento. Dovete credermi, lui parlava ed io in determinati momenti rabbrividivo, quasi mi commuovevo. Oggi sono stata come ogni giorno su un autobus e qual è stato il mio pensiero, mentre vedevo come dei ragazzi quasi bullizzavano un altro ragazzo? Diamine! Quanto è insulsa e misera la vita di chi pensa che questo è il divertimento, senza avere alcuno scopo nella vita. Ha proprio ragione Montale quando afferma quanto siano stupide le persone che pensano che la realtà sia quella che si vede".

Solo di fronte alla bellezza, ad una positività intravista si crea un rapporto ragionevole e armonico con la realtà e si coglie la negatività di ciò che le si oppone: non sono le regole, il rigore dei regolamenti, le infinite “educazioni” alla legalità, alla sessualità e via dicendo a formare la persona nella sua interezza, ma docenti che insegnando, educano, come è accaduto di scoprire ad una nostra collega: “Non avevo mai partecipato all'evento che ritengo sia stato il più importante nei miei 20 anni di insegnamento. Non hai idea di quanto sia cresciuta umanamente e professionalmente. Innanzitutto per tutto il percorso affettivo e culturale che ho svolto a scuola con la mia V ginnasio e in secondo luogo perché mi sono trovata ad essere attrice della Bellezza in questi tre giorni in cui docenti e discenti non hanno fatto altro che confrontarsi, sullo stesso piano, con la Letteratura. Il miglior ringraziamento che posso offrirvi è quello di essere testimone attiva di questo Progetto vostro che davvero è simbolo di una buona scuola, a fatti e non a parole!”

Così, noi non riponiamo la nostra speranza nella politica per realizzare il nostro compito orientato alla formazione di personalità “intere” che sappiano giudicare e liberamente contribuire al bene comune. Noi, come abbiamo già scritto nel nostro documento in vista delle elezioni, continueremo a chiedere alla politica, qualsiasi sia l'interlocutore dopo il 4 marzo, di rimettere al centro la questione educativa in quanto determinante della società e dello sviluppo, di assecondare ciò che di buono sta già accadendo nella scuola, di investire sull’autonomia delle scuole, sugli insegnanti, sulla effettiva libertà di educazione.