N.4 - A scuola di desiderio

Il desiderio è la percezione di qualcosa che manca dentro la vita e di cui si ha bisogno perché si possa essere felici: perciò è la molla dell'educazione...

n.-4-a-scuola-di-desiderio.pdf85 KB

Il desiderio è la percezione di qualcosa che - pur in qualche modo intravisto - manca dentro la vita e di cui si ha bisogno perché si possa essere felici, realmente e non solo per qualche attimo. Per questa sua natura e instancabilità il desiderio è la molla dell'educazione, muove ogni rapporto verso ciò che l'uomo cerca, lo tende verso qualcosa che supera ogni barriera e ogni risultato raggiunto. È segno della sua giovinezza, della sua freschezza sempre nuova, del suo non volersi fermare a nulla, perché ciò che si desidera è sempre più di ciò che si realizza. 

Così la vita di una classe è segnata dal desiderio, e più vi sono insegnanti e studenti che ne hanno coscienza più diventa interessante e sfidante viverci, perché studiare e imparare non è ripetere regole o nozioni, bensì non accontentarsi di quello che si sa e provare a cogliere i nessi sempre in movimento tra il proprio io e la realtà. Il desiderio vive in ogni persona, la questione è saperlo cogliere e seguirne la provocazione. Il punto di discrimine tra una classe e un'altra, tra un rapporto educativo e un altro non è che talvolta vi sia assenza di desiderio, ma che l'educatore sappia guidare un lavoro in tal senso o no, che sappia prendere sul serio il desiderio o no, che ne raccolga la sfida o no. Non occorrono programmi o progetti particolari.

Se il desiderio rappresenta l’ "ambiente di apprendimento" più proficuo e interessante per stare ogni istante in classe, in modo più diretto è il tema scelto quest'anno per la sesta edizione del Concorso nazionale di filosofia per studenti della secondaria superiore Romanae Disputationes, inaugurato qualche settimana fa a Milano con una lectio magistralis tenuta dal prof. Massimo Recalcati, che ha voluto sfidare insegnanti e studenti a riconoscere la natura del desiderio, a differenziarlo dal bisogno e dal suo soddisfacimento, così da identificare il desiderio come una forza che tende ad espandere l’orizzonte della propria vita e del mondo.

Questa iniziativa - promossa dall’associazione ToKalòn, in partenariato con Diesse e altre sigle presenti a vario titolo nel mondo della scuola - ha lo scopo di sostenere il tentativo di molti docenti e studenti di insegnare, studiare e approfondire la filosofia dentro un percorso di ricerca e di confronto, aperto a tutti gli orientamenti culturali e realizzato in stretta collaborazione con il mondo universitario. Il metodo adoperato consiste nel partire da un contenuto e da testi specifici, per riscoprirli al di là del già saputo e sedimentato, con l'aiuto decisivo di autorevoli maestri provenienti dal campo della ricerca universitaria.

Le Romanae Disputationes vogliono essere uno strumento di sviluppo e approfondimento della bellezza della ricerca filosofica - sempre aperta -, sfidando studenti e docenti sulle grandi domande e le questioni fondamentali che l’uomo, dalla prima civiltà greca fino a noi oggi, inevitabilmente torna a porsi.

Le Disputationes - coi suoi 4000 studenti e oltre, che partecipano da tutt'Italia e costituiscono probabilmente la più grande community filosofica della scuola italiana - sono un esempio significativo di un modo originale di vivere l'avventura scolastica: contro tanto individualismo, scetticismo o lamento, è quasi rivoluzionario riunirsi insieme partendo dalle grandi domande che accomunano insegnanti e studenti, e far crescere la conoscenza attraverso il dialogo.

In questo modo si supera il sapere e si arriva al conoscere, a scoprire che ciò che si studia c'entra con il proprio "io" e perfino col proprio destino.

Le Romanae Disputationes rappresentano un esempio significativo del metodo con cui si può dare un contributo positivo alla vita della scuola, cambiandola dal basso e non con operazioni verticistiche: e il metodo – come abbiamo visto in occasione della Convention – non sono idee pedagogiche alternative, ma insegnanti appassionati alla realtà, desiderosi di vivere la professione come continua scoperta e quindi tesi a fare della scuola un luogo di amicizia che lanci l'avventura del conoscere. Le Romanae Disputationes evidenziano che il metodo della conoscenza come avventura vissuta insieme è possibile in ogni ambito o settore della scuola.