N. 1 - Al cuore dell’insegnamento: esigenze permanenti e nuovi scenari

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“Al cuore dell’insegnamento” non è solo il titolo della prossima Convention, ma soprattutto la questione centrale che si sta ponendo in modo decisivo in questo inizio di anno scolastico.
L’estate è stata segnata come non mai da un acceso confronto sulla scuola, ma il dibattito si è concentrato prevalentemente sui tempi e sulle condizioni della riapertura di settembre: così sulle pagine dei giornali o nei dibattiti politici i temi prevalenti di ciò che spesso si è ridotto a scontro polemico sono stati i banchi a rotelle, le ormai famose “rime buccali”, la misurazione della temperatura al mattino prima di uscire da casa.
In tal modo però si è rischiato di lasciare in ombra alcuni nodi essenziali. Non perché le questioni di sicurezza siano secondarie o siano da trascurare tutti i necessari adempimenti per evitare che la scuola sia un luogo di contagio: senza dubbio si devono fare i conti con le ansie delle famiglie e i timori di dirigenti e docenti!
Riteniamo importante porre le domande rispetto alla sfida che il prof. Mario Draghi ha posto con chiarezza nel suo intervento allo scorso Meeting di Rimini: l’investimento di risorse economiche e progettuali sulla formazione e sull’educazione dei giovani è il perno della ripresa, perché “l’educazione è il modo migliore per preparare i giovani a gestire il cambiamento e l’incertezza nei loro percorsi di vita (…) Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza”.
Ma come raccogliere questa sfida? Sempre al Meeting, nella tavola rotonda sulla ripresa della scuola, insieme ad altre associazioni abbiamo posto con chiarezza la necessità di prestare attenzione e di trarre nuovi spunti da ciò che di positivo è accaduto nella scuola durante gli scorsi mesi; abbiamo anche sottolineato come sia il tempo per realizzare nel sistema scolastico una vera autonomia, come spazio di libertà e responsabilità.
Nell’edizione speciale on line della Convention del prossimo ottobre, vorremmo proprio riandare alle questioni essenziali dell’insegnamento, quali: Che cosa è capace di tenere “connessi” e di “accendere” i ragazzi, oggi? Come affrontare le situazioni di fragilità e di povertà educativa? Quali contenuti e quali nuove metodologie didattiche trattenere anche per il futuro? Cosa vuol dire oggi valutare, e come?
Come ha dichiarato qualche tempo fa il prof. Giorgio Chiosso, anche noi crediamo che si debba stare attenti a non cadere nella “trappola dell’idea geniale” da cui dipenderebbe una scuola efficace, così come riteniamo sia sbagliato rimpiangere una scuola che non c’è più: vogliamo imparare dalle tante esperienze educative vive che anche in questi tempi difficili abbiamo visto affiorare, perché crediamo che la forza della proposta di un soggetto, la forza di soggetti che si pongono in modo originale, e che si lasciano sfidare dall’inedito, sia in grado di introdurre una novità nell’intera scuola italiana. Non solo: riteniamo che oggi sia decisivo creare luoghi in cui questi tentativi di novità siano conosciuti, valorizzati, sostenuti e possano diventare un patrimonio il più possibile condiviso.
Oggi più che mai, docenti e alunni abbiamo bisogno della passione che muove il cuore, che sprigiona tutta la sua energia conoscitiva verso il mistero della realtà; abbiamo bisogno di presenze che vogliono tornare a solcare il vasto mare del sapere e che hanno a cuore il significato della vita; non vogliamo ridurci a diventare individui nervosi e incerti, in continua ansia per le regole che devono essere applicate. Altrimenti al centro delle varie questioni rimane il Covid, e non le peculiarità della sfida educativa.
Inizieremo a proporre percorsi di lavoro in tal senso durante la Convention e ne approfondiremo gli spunti durante il corso dell’intero anno: attraverso il lavoro delle Botteghe, attraverso incontri di vario genere in presenza o a distanza, per sostenere il dialogo e il confronto tra gli insegnanti.
Crediamo che questo sia il ruolo di una associazione professionale: creare le condizioni perché il lavoro di ognuno possa esprimersi fino in fondo, non solo favorendo le dinamiche associative, locali e nazionali, ma anche curando sempre di più le necessarie interlocuzioni istituzionali.
È una sfida grande quella che sentiamo per l’anno che si sta aprendo, che intendiamo condividere con quanti vogliano raccoglierla insieme a noi.