N. 4 - Al cuore di una scuola capace di connettere oggi

nl-4-al-cuore-di-una-scuola-capace-di-connettere-oggi.pdf531 KB

All’inizio di un nuovo anno così inedito e surreale, che cosa “regge l’urto del tempo che passa”, per noi e per i nostri studenti? Paradossalmente, sembra evidente che sono in grado di reggere proprio quegli stessi elementi che sostengono l’azione educativa anche in tempi ordinari: la passione per la propria disciplina, che oggi è possibile continuare a riscoprire in modalità insolite attraverso l’azione nuova e spesso mutevole del far scuola; la responsabilità verso l’umanità e il percorso formativo dei nostri alunni, i quali ci chiedono più che mai un significato, anche attraverso i loro silenzi o la loro apatia; infine una buona dose di resilienza, parola di gran moda perché divenuta quanto mai essenziale per l’equilibrio psico-fisico di ciascuno!

Insomma, in ballo anche per il 2021 rimane quell’emergenza educativa che da più parti – dal pensiero di parecchi di intellettuali, pedagogisti e psicanalisti fino agli interventi e alle recenti iniziative di papa Francesco – risuona e sprona a prendere sul serio la posta in gioco della relazione tra gli adulti e i giovani millennials. Nell’ultimo anno il bisogno educativo dei nostri giovani prende spesso il volto della paura, del disagio, dell’apatia o addirittura del terrore e della patologia, e questo ci spiazza e ci fa avvertire inadeguati. Ma ci indica anche una strada: quella della relazione autentica e della cura, strada che si può reinventare e vivere anche a distanza attraverso il proprio insegnamento disciplinare - se la consideriamo una priorità.

Durante la Convention di Diesse dello scorso ottobre, la prof.ssa Monica Scholz Zappa, Docente di Scienze linguistiche presso l’Università di Friburgo, sosteneva che nel contesto della pandemia sono state facilitate due scoperte: la prima riguarda la coscienza della realtà, in quanto è più evidente che la realtà non coincide con ciò che ciascuno pensa, ma ha una complessità che, per quanto l’uomo cerchi di ridurre, non fa tornare i conti. E prendere coscienza della realtà significa accettarne i limiti, la fatica, la malattia, in altre parole significa lasciarsi educare dalla realtà. In secondo luogo la coscienza e l’apprendimento ci fanno scoprire che viene a galla di più il proprio io, e la domanda su di sé: “Chi sono io? Qual è il mio posto nella storia?”

La prof.ssa Zappa concludeva che il compito degli insegnanti oggi è educare ad educarsi, a riaccendere in ciascuno la domanda: “Chi sono io?”

E di questo, fortunatamente, abbiamo sotto gli occhi molti tentativi, creativi, che rivelano una passione e una cura indomita verso insegnanti o alunni vicini e lontani. Un esempio sono le varie opportunità di formazione – documentate tra le news e gli eventi del sito dell’associazione – che continuano a nascere e a svilupparsi attraverso modalità digitali, coinvolgendo sia i docenti che gli alunni più grandi delle scuole secondarie; o il ciclo di incontri online "RaccontAmi - Testimoni di vita: le passioni, il lavoro, la speranza... oggi", organizzato da un istituto in periferia di Milano e destinato ad alunni, genitori e docenti con lo scopo di mostrare storie positive da cui imparare.

Insomma, poiché l’educazione è un contagio non ci resta che lasciarci ‘contagiare’ e contagiare a nostra volta… togliendo la scena al virus che frattanto continua il suo corso e accendendo tante piccole luci che aiutino grandi e piccoli a compiere con speranza la propria scalata.