N. 14 - Educare oggi

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Un segno inaspettato della crucialità della scuola oggi, segnata da cambiamenti febbrili e a volte contraddittori, in piena transizione tra un modello passato e uno ancora da delineare, è la presenza del tema scolastico nel dibattito culturale del nostro Paese. Basta compiere una veloce ricerca sul web per imbattersi in una serie di titoli come Il danno scolastico (Mastrocola-Ricolfi), La scuola bloccata (Gavosto), Viaggio nelle character skills (Chiosso-Poggi-Vittadini) e vari altri, che rappresentano occasioni nuove per riflettere su alcuni dei tanti aspetti e delle innumerevoli sfide della scuola di oggi.

Oltre a questi recenti spunti di riflessione, un’attenzione particolare merita il profondo contributo al tema dell’educazione tracciato alcuni decenni fa da don Luigi Giussani, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Il sacerdote lombardo ha dedicato moltissime energie della sua vita e della sua vocazione all’educazione dei giovani, guidato dalla considerazione che proprio attraverso i giovani si costruisce e si rinnova una società: per questo la grande urgenza degli adulti è innanzitutto educare i giovani.

Già a partire dagli anni Cinquanta e via via in modo sempre più organico, di fronte allo scricchiolio degli ideali e della moralità che avevano caratterizzato l’Italia del secondo dopoguerra, don Giussani ha messo a fuoco profeticamente il tema dell’emergenza educativa delle nuove generazioni, ed ha instancabilmente esortato ad educare a 360° il cuore dell’uomo così come esso si trova strutturato, fin dalla più tenera età, con le sue “evidenze ed esigenze originali” inestirpabili. Per Giussani l’educazione non è appena legata alla scuola – in cui egli si volle impegnare per decenni attraverso l’insegnamento –, ma è una dimensione sia personale che comunitaria da coltivare sempre, pena l’incomprensione di se stessi e del mondo che ci circonda: “l’educazione è introduzione alla realtà totale”, e non appena una dimensione legata alla morale.

Per noi insegnanti il tema dell’educazione è come lo spartito in cui inserire poco per volta le note che compongono la musica, l’opera per cui vale la pena lavorare guidando i nostri studenti: senza questo spartito ogni aspetto della vita e della relazione scolastica si impoverisce e si riduce a mera trasmissione di informazioni, nozioni e metodi che non potranno essere significativi per i giovani se non in aspetti limitati e circoscritti.

In quanto l’educazione è “comunicazione di sé”, solo un adulto appassionato anzitutto al particolare della propria disciplina e all’avventura di conoscenza - di sé e del reale - può educare insegnando, guidando il giovane ad apprendere un metodo di lavoro e un criterio di affronto della problematicità del reale capaci di lasciare effettivamente un segno, a tutte le età.

Tutto il resto, tutte le novità e le sfide, che si succedono a volte anche in modo affastellato e frenetico nella scuola, possono offrire solo spunti, strade e tentativi imperfetti per mettere in pratica il tentativo educativo degli adulti rispetto ai giovani di oggi, diversi per tanti aspetti da quelli delle generazioni passate ma, come era chiaro a don Giussani, sempre con lo stesso cuore, con lo stesso desiderio di felicità e di bene che aspetta di essere intercettato e in vario modo accompagnato da adulti desiderosi di coinvolgersi in questo lavoro, così difficile ma oggi essenziale più che mai, in una società dove anche la famiglia lascia un imprinting sempre più debole e confuso.

Per questo già ora e nei prossimi mesi siamo al lavoro per riprendere, attualizzare ed esemplificare i tanti contributi offerti nel tempo da don Luigi Giussani: da subito attraverso il ciclo di incontri Educare oggi fruibili anche in streaming e sul web.

Attraverso l’incontro con altri soci, il lavoro de “Le botteghe dell’insegnare” o attraverso l’indirizzo email comunicazione@diesse.org è possibile inviare domande, esigenze specifiche o il racconto di esperienze didattiche significative sul tema dell’educazione, con lo scopo di farli confluire in momenti di lavoro all’inizio del prossimo anno scolastico.