N. 4 - La lezione è una passeggiata

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“La lezione non è un tragitto su un tram che ti trascina avanti inesorabilmente su binari fissi e ti porta alla meta per la via più breve, ma è una passeggiata a piedi, una gita […]. Per chi passeggia (non per chi va a zonzo) è importante camminare e non solo arrivare; chi passeggia procede tranquillo senza affrettare il passo. Se gli interessa una pietra, un albero o una farfalla, si ferma a guardarli più da vicino, con attenzione. […] In una parola, la lezione è un momento in cui si respira aria pura e ci si dà alla contemplazione. Non per raggiungere il più presto possibile la fine della passeggiata, trafelati, sudati e pieni di polvere sui calzari. [...] La lezione è un momento non informativo, ma piuttosto ‘fermentativo’ ”. (P. Florenskij).

L’immagine usata un secolo fa dal noto intellettuale russo per descrivere quella che egli definisce l’arte di educare, offre un rinnovato spunto per riflettere sullo scopo dell’insegnamento: se esso consistesse in una mera trasmissione di “prodotti” cognitivi e metacognitivi, o di “competenze funzionali” da sfoggiare, assomiglierebbe senz’altro a una corsa in tram; ma avendo a che fare con la formazione, anzi con la generazione di soggetti adulti, noi insegnanti dovremmo sentirci liberi di non soggiacere al funzionalismo, e quindi di utilizzare il tempo opportuno per introdurre i nostri alunni alla complessità del reale, partendo proprio dagli elementi che ci vengono da esso: scuola e vita, soggetto e oggetto di apprendimento non andrebbero mai separati (o addirittura contrapposti) in modo astratto e forzato, pena il gap a cui oggi assistiamo quotidianamente tra la (mancata) motivazione, la frustrazione dei nostri studenti e la meta formativa a cui faticosamente cerchiamo di tendere. Complici anche alcuni limiti del nostro sistema scolastico, in cui purtroppo un certo “ingozzamento” di nozioni e di attività – magari innovative! – attraversa tutti i segmenti dell’istruzione, a partire addirittura dalle recenti rigide indicazioni riguardanti la scuola dell’infanzia.

Il rischio di progettare e realizzare l’ora di lezione facendosi assorbire dalle incombenze burocratiche e dalle varie “esigenze didattiche” spesso toglie fiato alla metaforica passeggiata cui si è accennato prima, in cui anche il docente, quanto più rimane sé stesso, tanto più egli stesso è in ricerca rispetto alla realtà e, continuando a imparare, trasmette tale dinamismo agli alunni in modo più naturale e proficuo. A tal proposito, molti docenti si ritrovano nelle recenti considerazioni di Zagrebelsky: “Non è un fallimento se alla fine dell’ora di lezione non è stata raggiunta la meta, perché a un certo punto si è imboccata una strada secondaria che in quel momento ha attirato l’attenzione […]. Le digressioni sono ‘piste’, non approdi”. E tutto questo non per superficialità, menefreghismo o ‘ribellione’ alle indicazioni del legislatore, ma perché non si possono formare dei soggetti umani senza partire dalla curiosità, dal coinvolgimento, dall’impatto personale con quello che si impara.

In questo senso favorire le riflessioni personali, la curiosità, la cooperazione, o prestare attenzione agli aspetti emotivi e motivazionali degli studenti significa avere a cuore la loro crescita in un orizzonte unitario della persona, non “accanto” ma attraverso le discipline e la dinamica conoscitiva e affettiva che da esse stesse si può sprigionare.

È una sfida quotidiana con una prospettiva a lungo termine, che come Associazione abbiamo scelto di affrontare proponendo un corso di formazione che intende fare un passo avanti, superando la contraddizione, pur vissuta in certi contesti della scuola italiana, tra i contenuti disciplinari e l’introduzione delle non cognitive skills riferiti in particolar modo ai tratti di personalità: una riflessione che vuole potenziare il lavoro che già tanti insegnanti svolgono per una didattica che non si adagia sul già saputo, ma sa integrare ai capisaldi dell’insegnamento una formulazione e una “narrazione” nuova che mette a fuoco aspetti magari trascurati. Il corso “Potenziare i tratti di personalità e le competenze non cognitive per promuovere il miglioramento scolastico” (informazioni dettagliate) sta per iniziare: partecipa anche tu per confrontarti su questi temi!