Una densa riflessione storico-critica sul nesso tra il teatro e la comunità di cui è espressione, funzionale a far riscoprire la valenza liberatoria del fare teatro : “l’opera teatrale è il filo che unisce la terra al cielo. Ci libera. Ci fa volare. Per vivere. Mai morire.”
Un contributo che mostra come, grazie anche alla mediazione teatrale, il virtuale e il sistema dei new media non costituiscano affatto una fuga dalla realtà, ma intercettano bisogni e aspettative strettamente legati alle problematiche dell’esistente, e presenta un interessante progetto che mira a collegare le esperienze teatrali legate alla dimensione religiosa.
“Una lingua non muore perché non abbia più nulla da dire ma perché se ne perde la grammatica” è l’amara constatazione da cui parte una sapida ricognizione del nostro contesto socio-culturale, che si conclude con una serie di argomentazioni che mostrano come ” il teatro è una lingua morta in cui c'è ancora così tanto da dire”.
Il testo del presente articolo è stato lo spunto iniziale di una giornata di studio e confronto promossa dall’Associazione Studio 900, svoltasi a Milano il 26 ottobre 2008.
Un appassionato resoconto del percorso di riscoperta di una tradizione teatrale che ritrova oggi il suo fascino culturale ed estetico. Visita il portale del centro culturale Nicolò Rezzara che promuove le iniziative del Festival e deSidera scuola.
La storia di uno “strano” festival che da alcuni anni ha permesso ad un territorio di riscoprirsi come “corpo” e di favorire nuovi protagonismi espressivi. Per conoscere il dettaglio delle iniziative del 2009 visita il sito del Sistema culturale di Valle Camonica.
E’ importante la valenza espressivo - educativa del fare teatro a scuola: ma come può incidere sul piano educativo?
A questa domanda un insegnante da anni sulla breccia della scuola e della pratica teatrale ci offre una risposta non astratta, frutto di un’esperienza pluriennale.
Una testimonianza di come un insegnante appassionato sia capace di educare, attraverso il teatro, … in classe e fuori classe.
E’ possibile drammatizzare un nodo storico senza cadere nei rischi della semplificazione e senza scivolare in un uso sentimentale, moralistico, retorico o ideologico della storia ?
L’indicazione di una prospettiva capace di sfuggire a questi rischi e di aiutare i ragazzi a immedesimarsi con l’esperienza umana degli uomini del passato in questa breve serie di riflessioni di un docente appassionato di teatro e di storia.
Un grande e poliedrico attore … del popolo (nel senso autentico del termine, cioè impegnato da sempre a fare teatro nelle realtà popolari le più diverse) ci racconta il valore educativo e il nesso con la tradizione della sua … comicità!
Il Ministero della Pubblica Istruzione, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l'Ente Teatrale Italiano e l'Agita (Associazione per la Promozione e la Ricerca della Cultura Teatrale nella Scuola e nel Sociale) il 21 dicembre 2006 siglarono un accordo triennale in cui veniva riconosciuto che le manifestazioni teatrali, specie laddove venga ridimensionato, se non eliminato, l’elemento competitivo, costituiscono una preziosa opportunità, per gli scolari e gli studenti, di un’esperienza di educazione alla visione, finalizzata al rafforzamento dello spirito critico, del gusto estetico e alla crescita di una leva di spettatori più attenti ed esigenti nei confronti dell’offerta culturale.