Riflessioni sulla speranza, anche a scuola

Ho riletto la Lettera Enciclica “Spe Salvi” di Benedetto XVI del 30 novembre 2007. Nell’introduzione si sottolinea: “Nella speranza siamo stati salvati, dice san Paolo ai Romani e anche a noi (Rm 8,24). La «redenzione », la salvezza, secondo la fede cristiana, non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino.”

Nel mese di dicembre ho vissuto momenti di amarezza e di sconforto per ciò che è avvenuto ad alcune persone a me vicine. Per fortuna la speranza mi accompagna ogni volta che penso a loro.

  • Lorella¹, una giovane collega precaria, animata da passione e da impegno, per un soffio non ha superato il pre-test del Concorso per l’insegnamento. Ricordo con piacere lo scambio di idee sulla didattica, finalizzata all’inclusione degli allievi disabili, effettuato all’indomani degli incontri pomeridiani di un Corso di aggiornamento sull’Integrazione rivolto a tutti i docenti (curricolari e di sostegno non specializzati): ambedue siamo state incentivate a confermare e/o a rivedere alcune strategie di lavoro adottate nel quotidiano. Alcune sue osservazioni mi hanno confortato, altre mi hanno chiarito le difficoltà vissute da coloro che si dedicano al sostegno degli alunni diversamente abili. È concepibile che un docente debba palesare le proprie competenze specifiche sottoponendosi a tests (che dovrebbero valutare capacità di tipo logico) quando l’abilità nella loro risoluzione molto dipende dal tempo che ciascun candidato può dedicare ad allenarsi nello svolgimento di quesiti simili? Ho una speranza: che in futuro Lorella possa davvero avere la possibilità di dimostrare la sua bravura come insegnante!

  • Piero: la sua mamma è tornata alla Casa del Padre. Elsa da molto tempo era sofferente; ha combattuto silenziosamente la sua battaglia, ma non è riuscita a vincerla. Desiderava tanto vivere, eppure è volata in cielo sorridendo. Piero è un allievo dell’Istituto in cui lavoro. Nei suoi occhi, negli ultimi tempi, vi era un velo di tristezza e di malinconia; non ha mai voluto esternare la sua preoccupazione, ha continuato a frequentare la scuola pur nella consapevolezza che la situazione stava precipitando. Lo avevo visto in compagnia della sua famiglia durante una caratteristica funzione religiosa che, nella nostra città, è tradizione seguire durante le festività pasquali: mi avevano colpito i loro sguardi luminosi e la loro serenità! La mamma mi aveva riconosciuto e mi aveva salutato in modo affettuoso richiamando l’attenzione di Piero; il ragazzo mi aveva osservato con incredulità (incontrare un’insegnante fuori dalla scuola è per gli allievi una sorpresa e talvolta rimangono un po’ sconcertati), ma, subito, mi aveva sorriso. Il padre e la sorella mi avevano rivolto un cenno del capo. Ho una speranza (direi quasi una certezza…): che l’amore e la testimonianza ricevuti dalla mamma sono celati nel cuore di Piero come in uno scrigno prezioso a cui egli potrà attingere forza e conforto nel corso di tutta la sua vita!


Sempre nella sopraccitata enciclica trovo i seguenti pensieri: “L'uomo ha, nel succedersi dei giorni, molte speranze … diverse nei diversi periodi della sua vita.” “Noi abbiamo bisogno delle speranze … che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto il resto, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio, che abbraccia l'universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere. … Dio è il fondamento della speranza – non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine: ogni singolo e l'umanità nel suo insieme.”

Perciò auguro a Lorella, a Piero e ad ognuno di noi di affrontare con fiducia, e con la grande speranza nel cuore, le sfide che ci aspettano nel nuovo anno!

¹ I nomi sono di fantasia