Ancora sul curricolo disciplinare

Nello scorso mese abbiamo parlato della costruzione del curricolo verticale.
Poiché la nostra rubrica vuole dispensare alcuni buoni consigli pratici, così da non soccombere sotto gli adempimenti burocratici, senza entrare più nel merito di che cosa sia un curricolo, abbiamo pensato di riflettere direttamente su un esempio di curricolo disciplinare progettato da un istituto
comprensivo paritario, convinti che, per iniziare, l'atteggiamento più semplice e costruttivo sia duplice:

  • riflettere sul proprio personale percorso disciplinare e di scuola
  • vedere altre esperienze già in atto.

Anche perché le teorie sul curricolo sono veramente numerose, così come le possibilità di realizzarlo, e si rischia di perdersi tra le teorie senza riuscire a partire.

Quello che presentiamo è un CV disciplinare di scienze: come si vede, i docenti hanno scelto - correttamente - di individuare poche competenze e di declinarle nei diversi gradi di scuola, puntando addirittura nelle abilità (un dettaglio che può anche non essere necessario).
Come abbiamo avuto modo già di sottolineare, non esiste un'unica teoria sul curricolo, tantomeno una teoria proposta a livello ministeriale. Al contrario, ogni scuola adotta il suo curricolo: quello qui proposto è appunto un curricolo che nasce, innanzitutto - e giustamente - facendo tesoro delle esperienze effettivamente realizzate da quella scuola nel corso degli anni.
Infatti il primo atteggiamento da tenere - lo risottolineiamo - è proprio quello riflessivo: non ha senso 'copiare' un CV di altri (infatti noi proponiamo dei CV solo come spunto); un cv verticale è innanzitutto la tra scrittura di un'esperienza realmente agita, di ciò che 'quella' scuola ha
affettivamente svolto e svolge.

A noi pare, che la possibile utilità di un curricolo stia:
  • Sia nel riflettere sui percorsi disciplinari e sul loro svolgimento nei diversi anni di scuola;
  • Sia all'interno di un consiglio di classe;
  • Non tanto nel riuscire a declinare con precisione millimetrica che cosa spiegare e che argomenti svolgere in ogni classe. Il rapporto vivo in classe dimostra quotidianamente che non si possono programmare le lezioni come si programmerebbe la produzione di scarpe in un'azienda manifatturiera!


Detto questo, il CV verticale disciplinare può essere utile:
  • nella misura in cui offre lo spunto per un ripensamento della materia in termini di competenza, e invita i docenti a rivedere le proprie lezioni in un'ottica di maggiore partecipazione dei discenti.
  • nella misura in cui inoltre permette di rivedere lo svolgimento complessivo della disciplina, graduando le difficoltà nei cicli, in termini ovviamente di competenze o meglio di macro competenze. A nostro avviso, infatti, sarebbe deleterio se si volessero calibrare con il bilancino le difficoltà ed anche se si pensasse che le conoscenze progrediscono in modo lineare.

Si tratta cioè di stenderlo verificando l'esperienza concreta, le difficoltà reali degli studenti, i loro veri progressi e non stendendo un itinerario conoscitivo secondo una teoria che nulla a che a vedere con la realtà dei fatti.
Per questo occorre partire dall'esperienza didattica, riflettendo sul proprio lavoro. Nel momento in cui lo si trasferisce sulla carta, si potranno capire i punti di debolezza e quelli di forza, e si potrà procedere alla scrittura di un iter che abbia un suo coerente svolgimento.