Curriculum personalizzato? Sì grazie…

Non sappiamo esattamente che cosa succederò dopo la pubblicazione del decreto attuativo che renderà effettive le innovazioni adombrate nel documento renziano.
Quello che è certo fino ad ora è che si avvicendano, sulle pagine dei giornali, dichiarazioni spesso contrastanti.

Carriera e merito
Le notizie degli ultimi giorni ci dicono che – come ha affermato il ministro Giannini in un'intervista al Corriere del 30 gennaio – la proposta di legare lo stipendio unicamente al merito era solo una provocazione: probabilmente invece "circa un quarto dello scatto sarà di anzianità, il resto sarà calcolato con i crediti guadagnati nel triennio dagli insegnanti": ma come verranno guadagnati tali crediti? Dentro o fuori l'aula? In questo quadro si inserisce l'annuncio del Sottosegretario Faraone che prevede la definizione di due ruoli intermedi come articolazioni della carriera docente: il docente "mentor" destinato a supportare la didattica e il docente "quadro" con compiti più organizzativi e di gestione: ruoli che verranno retribuiti con uno specifico salario aggiuntivo, rese stabili nel tempo come posizioni acquisite in via definitiva.

Il bravo docente d'aula
Ancora una volta, purtroppo, rimarrebbero tagliati fuori quei docenti che fanno bene il loro lavoro "solo" in aula, ma che – per paradosso – non hanno quelle competenze organizzative, di coordinamento ecc. richieste per maturare i crediti.
Peraltro, la notizia trapelata dalla VII Commissione cultura al Senato, e rilanciata nei giorni scorsi sempre dal Sottosegretario Faraone, che a valutare gli insegnanti siano anche – nella scuola superiore – gli alunni, certo non depone a favore di un equo riconoscimento dei meriti individuali di docenti che – pur capaci – ad esempio, non godano di "notorietà" tra gli studenti, rispetto ad altri magari meno efficaci, ma più "popolari".
La questione della valutazione degli insegnanti è certamente complessa, ma risolverla con interventi ad effetto, non ci sembra buona cosa.

Il curriculum personalizzato
Nella intervista sopraccitata il Ministro boccia un'altra risoluzione approvata dalla VII Commissione cultura, che prevede la possibilità per gli studenti delle superiori di affiancare al curriculum tradizionale anche un curriculum personalizzato con materie scelte in base ai propri interessi. La Giannini ha risposto che "non si potrà personalizzare il curriculum. Ma con l'organico funzionale ogni scuola può ampliare la propria offerta e proporre progetti e materie in più".
Ora, che ogni studente debba seguire un curriculum di base, è fuor di discussione. Da sempre, però, si alzano voci per un'ulteriore riduzione dell'orario al core curriculum, che potrà essere poi arricchito di materie scelte dallo studente.
Perché non pensare ad una valorizzazione delle capacità degli studenti, dei loro interessi specifici, attraverso l'introduzione di un curriculum personalizzato? Perché non ipotizzare materie opzionali?
Sia ben chiaro, non si tratterebbe di ampliare l'offerta formativa come suggerisce il Ministro, perché ben sappiamo a che cosa si è ridotta tale offerta in molte scuole! Tanto più che l'organico funzionale è tutto da verificare, poiché ad oggi – se ci sarà – servirà a coprire le supplenze. Ma ammesso anche che tale possibilità esista, non ci pare interessante proporre materie oltre l'orario di lezione. A noi invece piace l'ipotesi che ogni studente possa scegliere tra una varietà di materie – e non progetti – da studiare come le altre – e non per sollazzarsi –, che però rispondano maggiormente ai suoi interessi. Che un ragazzo possa optare per una materia tecnica piuttosto che per un'altra, per musica anziché per arte, per diritto anziché per geografia – fatto salvo il core curriculum – non ci sembra voler dire alleggerire il curriculum! Non vogliamo certo qui affrontare la questione del curriculum tout court: ma solo accennare all'idea che far studiare discipline più vicine agli interessi dei ragazzi, significa stimolarli, chiamarli in causa, renderli protagonisti, appassionarli e farli studiare di più, non di meno.
In ogni caso non si tratterebbe di aggiungere materie, così da 'ampliare' il curriculum: così invece è inteso dall'attuale piano progettuale, che vuole incrementare il curricolo obbligatorio con ulteriori insegnamenti (musica, educazione motoria, storia dell’arte e disegno,…).

L'autonomia
Certo è, che tutto ciò rimane una magnanima utopia nell'attuale assetto della scuola italiana, così ingessata, e ancora tale nella Buona scuola, che pur promette di «realizzare pienamente l’autonomia scolastica». Senza autonomia non si potrà fare nessuna seria riforma. Si potrà parlare di flessibilità e autonomia quando le scuole avranno la possibilità di costruire curricoli personalizzati, quando potranno assumere i docenti, quando cioè potranno effettivamente offrire un percorso autonomo e originale, frutto del lavoro di una squadra di docenti che saranno stati valorizzati – e remunerati – per le loro effettive capacità.
Ma in Italia, chissà perché, si ha paura dell'autonomia, forse perché da troppi anni i docenti sono stati abituati a considerarla al massimo come una libertà dai confini già segnati, un'autonomia funzionale… al disegno di altri!