Si riparte... dal POF!

Si riparte. Quest'anno con tutto il carico di novità (o meno…) della Buona scuola (L. 107/2015).
Ovviamente ciò che prende tutta la scena è – in questi primi giorni di scuola – il piano straordinario di assunzioni previsto dalla Legge per i precari. È stato un agosto difficile per molti di loro, anche perché la questione è stata amplificata a dismisura da media e sindacati. Questi ultimi, accanitamente contrari alla Buona Scuola, hanno soffiato sul fuoco, prospettando scenari apocalittici per i precari! Come associazione abbiamo ricevuto molte richieste di aiuto: anche in questa circostanza, ci siamo accorti di quanto sia importante una compagnia e di quanto i docenti rischino di essere soli: valga – tra i mille – un esempio che ci ha riferito una docente: mentre, al supermercato, stava parlando con una collega, si è vista rivolgere la parola da una persona sconosciuta: era un'altra docente che – avendo intuito che erano professori – chiedeva disperatamente tra le lacrime aiuto sull'inviare o meno la domanda per entrare in ruolo!
Forse questo è un episodio-limite ma è emblematico di un clima che si è creato (o meglio che si è voluto creare!). Sia ben chiaro, non stiamo difendendo a spada tratta la legge, ma cerchiamo di distinguere tra gli elementi postivi e quelli più problematici, senza farne una questione ideologica.

Il POF triennale
Proprio per darci una mano, tra le tante novità introdotte dalla Legge (organico potenziato, bonus, merito, comitato di valutazione, curriculum studenti ecc.) vorremmo porre l'attenzione su una questione che emergerà nei primi collegi: il POF triennale.
Innanzitutto sgombriamo il campo da alcune voci (anche queste fatte circolare ad hoc?): non è vero che il POF triennale sarà predefinito da Roma. Il Miur sta predisponendo un format comune che dovrebbe essere inviato alle scuole, così da avere una restituzione certa di alcuni dati (in particolare legati all'organico dell'autonomia), ma questo non significa affatto che i POF siano prestampati!

Nuovo e vecchio POF
Tra l'altro, il nuovo POF si rifà esattamente ancora al dettato del DPR n. 275/1999 dell’autonomia scolastica, anche se alcuni articoli sono stati modificati: vediamo novità e continuità.
Le forme organizzative restano esattamente quelle individuate all’art.4 di tale decreto: e quindi saranno le scuole – e non il Miur! – a definire l'offerta formativa, ma quest'anno la scuola potrà progettare azioni educative e formative facendo ricorso a un 'organico potenziato', rispetto a quello di diritto, cioè all'organico dell'autonomia (c. 5) per realizzare il suo piano triennale.

L'organico potenziato
Il potenziamento dell’offerta formativa è individuato al comma 7 con un elenco di obiettivi formativi tra i quali le scuole scelgono quelli che ritengono prioritari, tra cui la valorizzazione e potenziamento delle competenze dell'italiano, delle lingue (e del Clil), della matematica e delle scienze, della cultura musicale e artistica, di cittadinanza e quelle digitali; il potenziamento del tempo scolastico (apertura della scuola al pomeriggio), dei laboratori, dell'inclusione dei Bes, dell'alternanza scuola-lavoro e altro ancora.
L'organico dell'autonomia non deve essere inteso solo come potenziamento delle attività curriculari (ad esempio, aggiungere un'ora o due in più di italiano o matematica al curricolo), ma prevede anche – come già è successo in precedenti sperimentazioni al tempo di Berlinguer – che, ad esempio, il docente che si occupa di orientamento o alternanza scuola-lavoro, che è di matematica, sia sollevato da tutte o alcune ore di insegnamento per svolgere queste attività e che le ore curricolari da cui è stato sollevato vengano coperte dai docenti dell'organico potenziato.

Tutto da verificare se quest'anno il Miur riuscirà a soddisfare tutte le richieste delle scuole, potendo far appello solo ai docenti presenti nelle graduatorie del piano C: insomma, non è detto che la scuola che ha richiesto ad esempio tre docenti di materie tecniche specifiche veda soddisfatte le sue richieste, perché le graduatorie di quelle classi di concorso potrebbero essere esaurite.

Tempistica
Il piano deve essere definito entro il mese di ottobre e può essere rivisto ogni anno. Le modalità per la predisposizione vengono in parte ridisegnate dal novellato art. 3 del DPR n. 275/1999: gli indirizzi dell'offerta formativa competono al dirigente scolastico (non più al consiglio d’istituto); l’elaborazione del piano resta al collegio dei docenti e l'approvazione al consiglio di istituto.
Concretamente:
1° step: il DS individua e predispone gli indirizzi; 2° step: il Collegio dei docenti elabora il Piano sulla base degli indirizzi del DS, ma comunque «nel rispetto della libertà di insegnamento» (c. 3), in modo da comprendere e riconoscere «le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari» e valorizzarne «le corrispondenti professionalità» (c. 14, cs). Quindi, il POF ora – come prima – salvaguardia la libertà di insegnamento e ciò non deve essere mai dimenticato. Il mantenimento di tale comma sta a significare che c'è una volontà in questa direzione.
È pur vero che il Piano dovrà essere steso dal Collegio dei docenti all'interno dei 'paletti' o dei 'confini' segnati dal DS, il quale però ha, a sua volta, delle responsabilità rispetto al territorio e all'utenza. Insomma, il dirigente non è il solo a scegliere e a determinare l’offerta formativa, ma più in generale sono “le istituzioni scolastiche” ad effettuare le scelte rispetto all'offerta formativa.
Da ultimo il Consiglio di Istituto approva il Piano.

Autonomia/responsabilità
Date queste premesse, è evidente che la questione è sempre quella della responsabilità personale di ogni docente: l'autonomia è delle scuole e questo significa che – nonostante alcuni paletti – il punto è quanto ogni singolo docente o gruppo di docenti saprà giocarsi la partita.
In ogni caso, come associazione siamo 'sul campo', pronti a dare una mano: ad esempio utilissima è la scheda presente sul nostro sito, in cui si affrontano tutti i problemi relativi alla Buona Scuola (si veda il link http://www.diesse.org/diesse-e-la-buona-scuola)
Va da sé, che non c'è editoriale, scheda, articolo o dossier che possa sostituire l'impegno e la libertà di ognuno, così come non c'è legge che possa bloccarla.
Per questo: buon inizio a tutti!