La scuola riapre i battenti, ma anche il cuore e la mente… con la Convention di Bologna

Se volessimo iniziare a parlare dei problemi che assillano la scuola in questo inizio d'anno, potremmo fare un elenco molto lungo, comprensivo di alcune questioni ricorrenti – le strutture e i supplenti che non ci sono, i fondi che mancano, lo stipendio miserrimo…– ed altre che si aggiungono in questo 2015 per effetto della L. 107, che – paradossalmente – almeno in questo scorcio d'anno, sembra creare alcuni disagi in più, anziché diminuirli, come ad esempio la carenza di docenti per l'inizio dell'anno, l'attesa fino a novembre dell'organico potenziato, il caos dell'assegnazione delle cattedre di ruolo, e delle supplenze annuali; accanto a qualche segnale che si potrebbe leggere positivamente, come l'entrata in ruolo, comunque, di non pochi docenti, il bonus, la possibilità del concorso per i giovani docenti.

Ma tutto questo non basta
Ma, a ben guardare, anche se ci fossero tutti i proff, le aule fossero funzionali, pulite e con le Lim, se il collegamento wf fosse sempre supportato dalla rete e il registro elettronico funzionasse come un orologio svizzero, saremmo veramente tutti felici e contenti? Ne dubitiamo: probabilmente ci sarebbe sempre un referendum contro (ora contro la Buona Scuola), una mozione contro, un parlare contro.
Il problema è che non basta l'involucro per rendere bello ciò che c'è dentro: è la sostanza, cioè il cuore, quello che conta.

Il cuore della scuola
Per questo ci sembra che la questione non si risolva correndo dietro i problemi: il che non significa non guardarli in faccia e non affrontarli, anzi! È quello che ha cercato di fare la nostra associazione.
Ma proprio perché abbiamo – almeno tentativamente – cercato sempre di affrontare la realtà scolastica, di trovare un punto di osservazione fruttuoso, una modalità di giudizio proficua, ci sentiamo di dire che … i problemi non si risolveranno mai tutti! E che il cuore della questione è altro.
Di più. Che si possono guardare, giudicare e risolvere i problemi solo avendo un cuore diverso: altrimenti le questioni si ingarbugliano sempre di più, le soluzioni risultano sempre insoddisfacenti, i problemi non finiscono mai, anzi sembrano autogenerarsi. Da qui tanto scontento, lamentale, scetticismo e talvolta cinismo che serpeggiano nelle nostre aule professori e che paralizzano ogni cambiamento. Noi invece vorremmo stare sul pezzo, cercando di muoverci – come abbiamo fatto – per portate a casa il meglio per la scuola.

Ma tutto questo non basta
Occorre altro nel senso di un di più. Un altro punto di vista, un altro punto d'attacco della situazione, per poterla affrontare veramente.
Per questo tante volte abbiamo detto che una delle priorità per gli insegnanti è poter condividere le proprie scelte, i propri obiettivi, i dubbi e le difficoltà: una compagnia, insomma.
La nostra associazione è nata così, e continua ad esserci per questo.
In nome di questa amicizia, ogni anno proponiamo un momento di lavoro in cui, innanzitutto, poterci guardare in faccia e mettere in comune il nostro quotidiano: le Botteghe dell'insegnare sono nate e continuano a fiorire per questo motivo.
Quest'anno, poi, avremo la grande opportunità di ascoltare dalla viva voce di un maestro, quello sguardo diverso di cui parlavamo: a Bologna, infatti, domenica 11 ottobre, sarà possibile seguire l'incontro con J. Carron. L'importanza del gesto è testimoniata dalla ricca partecipazione di oltre venti Associazioni del mondo educativo italiano che hanno aderito all'iniziativa.
Un'opportunità da non perdere.