Comitato di valutazione: quale bonus e quale bonus e merito?

Anche se la questione è entrata in sordina nelle scuole, ormai tutti i docenti dovrebbero sapere che esiste un bonus, previsto dalla L. 107/15, per premiare i docenti più meritevoli. Il riconoscimento economico potrebbe essere presumibilmente di 20/25mila euro lordi per scuola.

Il dibattito nelle scuole
Poco chiara appare ancora la modalità con cui verranno assegnati i fondi. E ancor meno preciso il modo con cui si procederà a individuare i criteri di riconoscimento del merito.
La legge definisce gli organi preposti: un Comitato di valutazione composto da tre docenti, due genitori (o un genitore ed uno studente nelle scuole superiori), un esperto esterno individuato dagli Uffici regionali del ministero e naturalmente il dirigente scolastico. E ha previsto che il Comitato stabilisca dei criteri e degli indicatori che debbono rifarsi a tre aree generali stabilite nella legge stessa (si vedano, in proposito, nella sezione Didattica sotto la lente, gli interessanti suggerimenti elaborati dalla nostra associazione con l'associazione dei dirigenti Disal); sarà poi il dirigente ha indicare chi, concretamente, avrà diritto al bonus.

La persona è un'unità
Passare dalla percezione di chi è un bravo docente, alla individuazione di descrittori ed indicatori non è cosa né immediata né facile.
Perché appare ben chiaro che ogni griglia - per quanto necessaria -, ogni descrittore, ogni indicatore non possono che cogliere alcuni aspetti di una professione così complessa. E non sfugge a nessuno che il bravo insegnante non è semplicemente la somma dei singoli aspetti, è un'unità (la persona) che va oltre la somma dei fattori. oltre i dati analitici in sé tutti positivi (o negativi).
Ed è a questo livello che il 'buon' dirigente può fare la differenza: ma non è certo una operazione facile neppure per lui, anzi!

L'apporto dei docenti: un dibattito vero
È anche vero che un buon dirigente dovrebbe, quindi, innanzitutto partire dalle indicazioni emerse dal Comitato, e quindi dai suoi docenti, non certo applicare criteri pre-definiti.
Semmai il punto che vediamo un po' dolente e oscuro in questo periodo è proprio il coinvolgimento dei docenti che - sottolineiamolo - non è solo il Comitato (talvolta abilmente pilotato da alcuni DS). E come si muovono i comitati nei confronti dei loro colleghi?
La prima mossa dovrebbe essere forse proprio degli insegnanti che - invece di aspettare che il Ds prenda le decisioni o, al contrario, contrapponendosi a lui per partito preso - mettano in atto un dibattito all'interno del corpo docenti, anche se potrebbe non sortirne nulla (sappiamo che le sigle sindacali sono contrarie al bonus e quindi propongono il boicottaggio o la soluzione in sede di contrattazione d'istituto).
Ancora una volta vorremmo indicare una posizione attiva, che cerchi di cogliere il positivo all'interno di una situazione che - volenti o nolenti - esiste: e così il dibattito potrebbe diventare una possibilità di guardarsi in faccia, di rimettere a tema il proprio lavoro e di trovare forme di valorizzazione di chi si impegna, senza arrivare alla contrapposizione tra insegnanti.
E anche per questo ci chiediamo - come alcuni hanno già sottolineato - se non sia più opportuno posticipare l'assegnazione del bonus al prossimo anno, dal momento che i tempi sono effettivamente troppo stretti.

Da problema a opportunità
Cosa vorrebbe dire far diventate il problema, una opportunità? Ad esempio - e solo come uno tra i tanti e possibili esempi - in alcune scuole è stato proposto di costituire una sorta di Laboratorio didattico permanente, dove i docenti possano raccontare agli altri colleghi le loro sperimentazioni in aula, spesso frutto di collaborazione con altri colleghi. In questo modo, ad esempio, la necessità ha fatto nascere una modalità nuova è molto interessante:
1. per valorizzare l'azione di docenti e gruppi di docenti; 2. per far circolare le azioni di didattica innovativa; 3. per dare un riconoscimento al fare didattico che nasce dal basso; 4. per dare dignità al lavoro docente quotidiano che diventa dicibile pubblicamente, e attraverso cui sarebbe possibile già un'autoformazione; 5. per trovare una forma semplice e per niente invasiva di 'verifica' dell'agire didattico da riconoscere con il bonus.
Cinque piccioni… con una fava! Perché non proporla? Indicando anche la possibilità di valorizzare non solo il singolo docente ma anche 'gruppi' di docenti? Pensiamo a tutti quegli insegnanti che partecipano insieme ad azioni di formazione (solo per fare un esempio ai recenti Colloqui fiorentini, oppure al nostro Convegno nazionale e alle Botteghe annesse…): potrebbero utilmente fare partecipi anche altri.
Un bel modo per valorizzare, senza creare divisioni e opposizioni non solo sterili, ma anche dannose, ma anzi per creare collaborazioni virtuose.