N.18 - Focus su scrutini ed esami a.s. 2012-13 alcune chiavi di lettura

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Il Servizio statistico del MIUR ha appena completato l’elaborazione dei dati relativi agli esiti formativi dell’a.s. 2012/13 nella secondaria di secondo grado; nello scorso mese di dicembre è stato pubblicato il Focus “Esiti degli scrutini e degli Esami di Stato del secondo ciclo di istruzione”. Accanto ai risultati di scrutini ed esami viene proposto un approfondimento su alcune discipline nei primi tre anni dei corsi riformati.

Dopo l’introduzione delle nuove norme per l’attribuzione della lode, a regime dall’a.s. 2011/12, non ci sono state altre modifiche alla formula degli esami di Stato, salvo una maggiore importanza attribuita quest’anno alle lingue straniere. Rispetto al 2012 si rileva un aumento sia della percentuale di alunni ammessi (+1,1%), sia dei diplomati (+0,4%); soltanto 9 ammessi su 1000 sono stati bocciati dalle commissioni d’esame. L’impennata delle ammissioni di quest’anno (nei due precedenti era al 94,4%) mostra una tendenza diffusa a spostare sui consigli di classe il peso della selezione al termine del II ciclo di istruzione, mentre le commissioni d’esame incidono sempre meno. Lo conferma l’aumento consistente del numero di diplomati con voti nella fascia con punteggio tra 80 e 100 (+1,8%) e la diminuzione (-1,9%) di quelli nella fascia più bassa, tra 60 e 70 punti; mentre le lodi aumentano solo dello 0,1%. Si tratta di una “migrazione” dei voti verso l’alto che appare causata dal maggior numero di ammessi (manica più larga dei consigli di classe?) e garantita dalla presenza paritetica di commissari interni; la coincidenza percentuale tra migrazione verso l’alto e diminuzione dei voti bassi non sembra casuale.

I dati relativi agli scrutini riguardano tutti gli anni di corso, compreso il quarto anno del vecchio ordinamento. I tassi di ammissione alle classi successive non sono cambiati rispetto al 2011/12: 88,2%; nel 2010/11 era stato dell’86,4%. Più bassa (-0,6) la percentuale di allievi con giudizio sospeso a giugno rispetto al 2012 e minore anche la percentuale di recuperati a settembre, ma si tratta di fluttuazioni leggere. Nella ripartizione per classi il primo anno continua a far segnare la percentuale relativa più bassa di promozioni (83,2%), contro una media dell’89,5% nelle seconde e terze. L’ammissione dalla quarta alla quinta classe segna un 91,5%, sostanzialmente in linea con l’anno precedente; però, questo dato potrebbe non avere molto significato in successive comparazioni, perché è ancora legato al vecchio ordinamento. Nella ripartizione per tipologia di percorsi i licei guidano la graduatoria con il 94,1% di ammessi, mentre gli istituti professionali sono in coda (80,6%). Crescono i non scrutinati per mancata frequenza minima; al primo anno la percentuale più alta, pari al 2,9%, che va purtroppo ad alimentare in modo consistente l’abbandono scolastico.
Per la prima volta nel Focus del Servizio statistico compare un approfondimento a parte, dedicato alle discipline di italiano, matematica e lingue straniere relativamente ai primi tre anni di corso; l’a.s. 2012/13 è l’anno nel quale la riforma della secondaria superiore ha completato il terzo anno. In sostanza, un primo parziale monitoraggio del nuovo ordinamento.
La matematica detiene in tutti e tre gli anni il primato delle insufficienze: 23,8% al primo, 19,9% al secondo e 18,6% al terzo; segno evidente della presenza di ampie lacune provenienti dal primo ciclo. Seguono le lingue straniere, con 18,2% di insufficienze al primo anno, 14,9% al secondo e 12,8% al terzo; anche qui emerge l’assenza di un’adeguata formazione di base. L’italiano presenta al primo anno il 12,6% di allievi insufficienti, l’8,9% al secondo e l’8,2% al terzo; sono dati più facilmente interpretabili come fisiologici. In contrasto, la matematica presenta anche la percentuale maggiore di eccellenze (voti tra 9 e 10), che raggiunge al terzo anno il valore massimo: 6,9% degli allievi. Seguono nell’ordine le lingue straniere e l’italiano, con trend comunque in crescita con gli anni.

Al primo anno degli istituti professionali le insufficienze in matematica sono al 28,9%, contro il 18,1% dei licei; diminuiscono al crescere degli anni di corso. Le eccellenze prevalgono nettamente nei licei. La situazione si presenta, in proporzione, pressoché analoga per le lingue straniere e l’italiano.

Come già in precedenza, in tutti i tre anni considerati le femmine con voto medio compreso tra 8 e 10 prevalgono sui maschi, in tutte le discipline analizzate e soprattutto in italiano.
Forse è ancora presto per utilizzare correttamente questi dati ai fini di un giudizio sulla riforma delle superiori, anche se è da sottolineare l’evidente fluttuazione verso l’alto dei voti medi nel passaggio dal primo biennio al terzo anno. Più significative, e perciò degne di più attenta valutazione, sono le elaborazioni relative alle insufficienze d’ingresso (esiti al primo anno), che marcano lo scollamento del sistema nel passaggio tra i due cicli. Allo stesso modo, il dato sugli esami di Stato finali pone con sempre più evidenza la domanda sulla reale utilità della formula attuale; soprattutto se si tiene conto della progressiva decadenza del valore effettivo attribuito al voto di maturità e degli elevati costi sostenuti per i compensi alle commissioni, che si aggirano intorno ai 100 mln di euro l’anno. Non sono pochi in un periodo come l’attuale e potrebbero essere utilizzati meglio e per tutti.