N.31 - La Giannini sotto la lente dei sindacati

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A poco meno di un mese dalla presentazione alle Camere delle linee programmatiche del proprio dicastero, il ministro Giannini ha incontrato i sindacati della scuola per un primo confronto ufficiale.

Pubblicate dal MIUR solo qualche giorno fa, ma già divulgate ufficiosamente all’indomani dell’audizione in VII Commissione del Senato, le linee programmatiche della Giannini poggiano su quattro principi essenziali.

Primo, semplificazione: impegno immediato a contenere l’ipertrofia normativa dovuta alla stratificazione delle norme, anche fra loro contraddittorie, «che alimentano conflittualità e contenziosi». Un apposito gruppo di lavoro scriverà in breve tempo «un nuovo Testo Unico che semplifichi le regole, elimini le contraddizioni, e riduca anche i molti errori commessi negli anni dall’amministrazione». Un sogno già inseguito dalla Moratti nel 2001, naufragato tra Scilla e Cariddi di sindacati e amministrazione; mai andato oltre la prima riunione organizzativa. Speriamo sia la volta buona.

Secondo, la programmazione; ovvero smettere di rincorrere le emergenze e «darsi invece quell’orizzonte temporale – e finanziario – necessario per trasformare gli aggiustamenti puntuali in soluzioni strutturali». Il precariato, problema numericamente rilevante e «drammatico per la vita di molte persone e di molte famiglie», è la prima frontiera e sarà affrontata con un piano «per il reintegro dei precari e il loro inserimento all’interno di “organici funzionali”» per «una migliore gestione delle supplenze e un aumento dell’offerta formativa… un gruppo professionale qualificato, che operi in una rete di scuole» per assicurare continuità didattica e formazione specifica. Inoltre, bisogna anche «assicurare ai nostri alunni una “nuova generazione di insegnanti”», perciò col prossimo anno accademico partirà una nuova tornata di TFA, con più spazio al tirocinio diretto in aula. Per il futuro, però, si dovrà elaborare un modello di formazione iniziale più snello, con il tirocinio interno al biennio magistrale, per conseguire contemporaneamente laurea e abilitazione all’insegnamento.

Il terzo principio è quello della valutazione «delle scuole, dei presidi, dei docenti», che significa valutazione dei risultati e quindi assegnazione alle scuole «delle risorse sulla base dei meriti e dei demeriti» e una retribuzione degli insegnanti non più fondata solo sull’anzianità.

Quarto e ultimo, l’internazionalizzazione, per un sistema dell’istruzione, università e ricerca «aperto alla comparazione e alla competizione del resto del mondo» quale motore dello sviluppo economico e di crescita del Paese.

Nell’incontro con i sindacati il ministro Giannini ha richiamato questi principi, affermando che «alla scuola serve una ‘stagione di programmazione’ delle risorse, ma anche degli interventi necessari per rilanciare la professione insegnante, l’autonomia degli istituti, la valutazione per il miglioramento della qualità del sistema». Per quest’ultima ha ribadito il suo impegno ad applicare già da settembre in tutte le scuole il Regolamento sulla valutazione (DPR n. 80/2013) ed avviare le consultazioni per un sistema premiale della professione docente; in proposito ha annunciato per la prossima settimana l’avvio di una “fase di ascolto”. Ci auguriamo che ad essere ascoltati non siano soltanto i sindacati.
Sui temi di formazione e reclutamento dei docenti ha poi chiesto ai sindacati di avanzare “proposte concrete” per soluzioni strutturali di medio periodo. Su formazione iniziale e in servizio, un nuovo sistema di reclutamento più semplice ed efficace, in grado di valorizzare la professione accelerare i processi di ricambio generazionale, noi come associazione di docenti crediamo di avere titolo ad essere sentiti almeno quanto i sindacati. Non è da ieri, infatti, che viviamo in prima persona queste problematiche e offriamo al confronto le nostre proposte, frutto di una concezione educativa passata al vaglio di esperienze concrete. I sindacati fanno il loro mestiere quando denunciano la grave “emergenza retributiva” del comparto e chiedono il rinnovo del contratto bloccato ormai da oltre quattro anni. Ma, se è vero che ruolo del contratto nazionale è quello di tenere assieme «elementi salariali e struttura retributiva con gli aspetti legati alla professionalità e alla sua valorizzazione» (Flc-Cgil), non è altrettanto vero che la contrattazione sindacale è la sede unica e imprescindibile per introdurre sistemi di valorizzazione professionale della docenza. Siamo fiduciosi che il ministro voglia allargare l’ascolto anche a tutto il mondo dell’associazionismo professionale non sindacalizzato.

Dopo aver annunciato l’imminente emanazione dell’atto di indirizzo all’Aran per lo sbocco degli scatti stipendiali del 2012, il ministro ha ipotizzato una nuova riunione con i sindacati per il 14 maggio, dove sarà messo a tema il rinnovo del contratto di lavoro, sia sul piano normativo che economico.
A metà maggio saremo in piena competizione elettorale per le europee, alle quali il ministro Giannini si presenta coma capolista di “Scelta europea” nella circoscrizione Centro Italia, e quindi con buone possibilità di successo. Gli impegni elettorali potrebbero mettere a rischio l’incontro del 14, mentre l’eventuale esito positivo, con il possibile cambio al timone del MIUR, finirebbe per produrre ritardi nei lavori programmati se non addirittura vederne la modifica.