N.17 - La scuola nella legge di stabilità 2015

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Porta il numero 190 ed è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 23 dicembre scorso la legge «per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato» per il 2015, la vecchia “finanziaria” che ha ormai preso il nome di legge di stabilità da quando a farla da padroni più che gli investimenti sono i tagli al bilancio. Ovviamente, anche la scuola è presente in una manciata di commi dell’articolo unico della norma, conseguenza dell’ennesimo dispositivo licenziato con procedura “straordinaria” di fiducia.

Il primo intervento (comma 4) prevede l’istituzione, nello stato di previsione del MIUR, del Fondo "La buona scuola", «con la dotazione di 1.000 milioni di euro per l'anno 2015 e di 3.000 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2016». Il comma successivo chiarisce che è finalizzato prioritariamente «alla realizzazione di un piano straordinario di assunzioni, al potenziamento dell'alternanza scuola-lavoro e alla formazione dei docenti e dei dirigenti»; di tutti gli stanziamenti previsti nel documento “La buona scuola” di settembre ne vengono finanziati soltanto tre, peraltro in modo generico e indistinto; e con più di un dubbio sulle coperture di bilancio.

Tutti gli altri interventi riguardano o diverse collocazioni di fondi o riduzioni di spesa, disperse in tanti rivoli. Si va dai più ridicoli come il taglio di 200mila euro alle spese di funzionamento della Scuola Europea di Parma (c. 325) e quello di 222mila euro al contingente di diretta collaborazione del ministro del MIUR (c. 345), fino a tagli ben più pesanti come quelli relativi all’abolizione degli esoneri e semiesoneri dei vicari e al ridimensionamento delle supplenze. Vediamoli più nel dettaglio.
Il comma 134 rifinanzia l’attività istituzionale dell’Invalsi (garantendo in particolare il reclutamento del personale) con 10mln che provengono dai risparmi accantonati a livello centrale dal MIUR provenienti dalla legge sulla spending-review (legge n. 135/2012). Il finanziamento vale solo per il 2015 (e dopo?).
Il comma 326 riduce, a partire da quest’anno, l’impegno di spesa per il “Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche” per un totale di 30mln di euro. La dotazione complessiva era appena risalita a poco più di 123 mln di euro nello scorso anno scolastico e viene ora tagliata di quasi il 25%, portando i fondi per la legge 440 ad un nuovo minimo storico (più basso di quello del 2011!). A farne le spese sarà tutta la partita del MOF (Miglioramento dell’Offerta Formativa delle scuole) e della libera formazione in servizio dei docenti.
Il comma 327 sottrae altri 10mln al MIUR: si tratta di somme versate alle scuole per progetti nazionali e non spese nell’anno, che solitamente venivano riutilizzate nel comparto; ora vengono tolte alle scuole e requisite dall’erario. Nel dettaglio, si tratta dei vecchi fondi relativi ai «capitoli iscritti nelle unità previsionali di base dello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione "Strutture scolastiche" e "Interventi integrativi disabili", nonché gli stanziamenti iscritti nel centro di responsabilità "Programmazione ministeriale e gestione ministeriale del bilancio" destinati ad integrare i fondi stessi»; addio quindi al recupero dei fondi per i disabili, per l’edilizia e le istituzioni scolastiche. Il provvedimento vale per il solo 2015.
Il comma 328 modifica l’art. 306 del Testo Unico (dlgs n. 297/1994), riducendo ad un’unica figura regionale quella che attualmente è il coordinatore provinciale per l’avviamento alla pratica sportiva. La misura riporta a scuola circa 90 docenti di educazione fisica della secondaria che ora godono di esonero dal servizio, con un risparmio a regime dal 2016 di quasi 3,1mln di euro.
Col comma 329 cominciano i grandi tagli: l’abrogazione dell’art. 459 del Testo Unico elimina tutti gli esoneri e semiesoneri di cui attualmente godono i vicari dei dirigenti scolastici, per un risparmio, a regime dal 2016, di quasi 103mln di euro. La soppressione degli esoneri è giustificata dalla futura introduzione «dell’organico dell’autonomia, funzionale all’attività didattica e educativa», prevista da “La buona scuola”: le funzioni finora svolte dai docenti esonerati dovranno essere ricondotte alle risorse dell’organico funzionale, o di rete. Ciò implica necessariamente che il personale incaricato di collaborazione col dirigente scolastico scelga (accetti…) di passare dal contingente dell’insegnamento diretto a quello dell’organico funzionale.
Confermato al comma 331 il taglio di tutti i comandi, distacchi, collocamenti fuori ruolo e utilizzazioni presso altre amministrazioni del personale del comparto scuola. Sono fatte salve le posizioni residue di docenti e dirigenti utilizzati presso MIUR e USR per l’attuazione dell’autonomia, dei distacchi sindacali e, per un solo anno ancora, quelle presso le associazioni professionali. I risparmi, a regime dal 2017, sono previsti in 41mln di euro.
I commi 332 e 333 ridefiniscono le modalità per l’assegnazione delle supplenze temporanee. La modifica alle regole degli incarichi agli ATA prevede un risparmio a regime di 64mln di euro, quella per i docenti (divieto ai capi d’istituto di nominare supplenti per il primo giorno di assenza) è stimato produca il taglio di circa 1 milione e 800mila contratti di supplenza breve, corrispondenti ad un risparmio a regime di 135mln di euro.
Il comma 334 delega il MIUR a rivedere criteri e parametri delle dotazioni organiche degli ATA, con il taglio di 2.020 unità di personale. Il risparmio previsto è pari a 50,7mln di euro, a regime dal 2016; di questi, 10mln vengono impegnati per la digitalizzazione dei procedimenti amministrativi nelle scuole (c. 335).
Il comma 350 ripropone la misura relativa alla revisione delle commissioni dell’esame di Stato della secondaria di secondo grado (membri solo interni, con esclusione del presidente) che sembrava superata. Con una procedura alquanto discutibile, il MIUR è delegato ad emanare entro 60 giorni (fine febbraio, quindi) un apposito decreto che disciplini «con effetto dall'anno 2015, i nuovi criteri per la definizione della composizione delle commissioni d'esame delle scuole secondarie di secondo grado». Un analogo decreto interministeriale, emanato di concerto col MEF, dovrà definire nuovi compensi per i commissari. Le economie derivanti da questa norma, previste in circa 147mln di euro annui, saranno destinate (c. 351) agli interventi del Fondo “La buona scuola”.

Comincia ora la corsa ai decreti attuativi e, come solito, non è affatto scontato che i tempi previsti vengano effettivamente rispettati; nel caso degli esami di Stato un ritardo equivarrebbe necessariamente al rinvio di un anno dell’utilizzo delle nuove commissioni. Vista poi la genericità delle disposizioni del comma 4 e il forte dibattito ancora in corso sui provvedimenti relativi alla “Buona scuola”, resta ancora tutto da definire l’impiego degli stanziamenti per assunzioni, alternanza scuola-lavoro e formazione. Purtroppo, ad essere ben definiti sono invece i tagli, che sono già operativi.