N.24 - Chiusa la XIV edizione dei “Colloqui fiorentini”

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«Ode la voce che viene dalle cose e dal profondo», Umberto Saba. Si è chiusa il 28 febbraio la XIV edizione dei “Colloqui fiorentini”: la Buona scuola “accade” a Firenze.

«Credo che se farò lettere all’università, lo dovrò a voi dei Colloqui Fiorentini». Così Stefano, studente del quinto anno, ha voluto salutarci al termine della XIV edizione dei Colloqui Fiorentini dedicati quest’anno a Umberto Saba. E Pietro Baroni, Direttore del convegno, ha risposto: «In tal caso ce ne assumeremo volentieri la responsabilità». Di fronte alla percentuale sempre crescente di abbandono scolastico e rispetto ad un 87% di studenti che escono dai cinque anni delle superiori con un giudizio estremamente negativo sull’esperienza scolastica vissuta, l’esperienza di Stefano e degli altri 1.900 compagni che hanno preso parte ai tre giorni fiorentini sembra identificare una possibilità alternativa.
C’è un modo di studiare letteratura italiana che non delude, anzi che spinge i giovani in tempo di crisi e con prospettive lavorative che lasciano poco sperare, ad orientarsi verso un ramo, quello umanistico, che certamente non è fra quelli che danno maggiori garanzie. Ma l’obiettivo dei Colloqui Fiorentini non è certo stato quello di aumentare l’afflusso di giovani alle facoltà di lettere e neppure quello di appassionare gli studenti alla poesia o alla lettura. Come è stato ribadito dai relatori che hanno preso parte ai Colloqui, la poesia non è fine a se stessa e non si legge la letteratura per amare la letteratura, ma per capire di più la vita, la propria personale vita. Ecco perché negli occhi di Stefano non si leggeva la soddisfazione per aver forse individuato l’indirizzo giusto di studi universitari, ma brillava la luce di chi ha intuito la sua “vocazione umana”, come dice Todorov. Di chi ha scorto la possibilità che ciò che studia abbia a che fare con la sua esistenza ed il suo destino.
Questo è il compito della scuola italiana e questo ha ripetuto con forza la XIV edizione dei Colloqui Fiorentini, il convegno per le scuole superiori promosso da Diesse Firenze.

Studiare Umberto Saba ha infatti voluto dire riscoprire parole come “verità”, “bellezza”, “sofferenza”, “nostalgia”; riscoprire la grandezza che si cela nella realtà, la più semplice e quotidiana; riscoprire la misteriosa profondità che si dischiude nelle “trite parole” di ogni giorno. E che tutto ciò che esiste ha come un’unica intenzione: guidare Saba e con lui ciascuno di noi, nel cammino che ci riporti «dalle nostre eresie al grembo oscuro del mondo», là donde nostra madre ci trasse alla vita e dove «invano non si vive» e in cui «tutto si dà la mano», cioè in cui tutto corre al suo significato.
E così ogni sofferenza, ogni doloroso strazio, si svela essere la possibilità strana di un cammino verso una positività misteriosa in cui «tutto si muove lietamente, come / tutto fosse di esistere felice».

E che i Colloqui Fiorentini siano la possibilità che la lezione in classe diventi il luogo in cui possa accadere questa positività dell’essere, lo ha ben compreso anche il sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi, che ha voluto portare il suo saluto non formale alla manifestazione: in questi tempi di profonda crisi educativa «i Colloqui Fiorentini sono una realtà viva, un esempio vero di buona scuola, in cui i docenti non sono istruttori che riempiono di risposte, ma maestri che spalancano il cuore alle domande», concludendo che l’iniziativa «deve essere incentivata e valorizzata dal MIUR».

Nella certezza che questa strada di anno in anno si sta dimostrando sempre più adeguata alla domanda di “buona scuola” di migliaia di docenti e studenti della scuola italiana, al termine dei lavori il Comitato Didattico della manifestazione ha comunicato l’autore cui verrà dedicata la XV edizione, che si terrà dal 25 al 27 febbraio 2016: Giuseppe Ungaretti.