N.28 - Nona edizione del Convegno “Le Vie d’Europa” dedicato a Mary Shelley

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«Who was I? What was I? Whence did I come? What was my destination?» è il grido del protagonista del romanzo “Frankenstein, ovvero il moderno Prometeo”. All’opera di Mary Shelley Diesse Firenze e Toscana ha dedicato il IX Convegno “Le Vie d’Europa” svoltosi il 27 marzo scorso.

Pensiamo a una ragazza o a un ragazzo tra gli undici e i tredici anni e immaginiamo che preferisca leggere romanzi interi (invece che qualche brano antologico corredato da un riassuntino), che ami i grandi della letteratura e senta il proprio cuore in consonanza con i personaggi, che si accalori a discutere con i coetanei attorno a temi che farebbero tremare i polsi a più d'un filosofo e che decida di impegnare ragione, mani e fantasia per esprimere ciò che è nato da questo lavoro. Possiamo immaginarlo? Ecco, questo è ciò che accade già da tempo grazie a Le Vie d'Europa, l’iniziativa di Diesse che da Firenze ogni anno invita ad approfondire un autore della letteratura europea nelle classi di scuola secondaria di primo grado.
Durante il primo quadrimestre i docenti, insegnando le loro discipline (italiano, inglese, arte, tecnologia, musica), affrontano l'opera dell’autore proposto e si confrontano con essa, vivendo questo paragone come un'avventura per sé e per i propri alunni. Da ciò nascono le opere (racconti in lingua italiana ed inglese, tesine, elaborati artistici) che vengono valutate da quattro giurie di docenti e specialisti.
Venerdì 27 marzo a Firenze si è svolto il convegno conclusivo della nona edizione de Le Vie d’Europa, cui hanno partecipato oltre 800 studenti e docenti da otto regioni d’Italia.
Quest'anno l'autore di riferimento era Mary Shelley, che a soli 19 anni ha scritto il notissimo e inquietante “Frankenstein, ovvero il moderno Prometeo”. Un testo che ha rivelato di essere ben di più che il capostipite del romanzo horror, come è universalmente considerato. Afferma una insegnante: «Immaginavo che il testo, complesso per struttura e tematiche, risultasse difficile per ragazzi dell'età delle medie. La sorpresa è che non solo si sono appassionati, ma mettendo in gioco la propria sensibilità hanno saputo mettere a fuoco aspetti che a noi adulti ed anche ai critici tendono a sfuggire». Sono emersi temi cruciali come la sete di conoscenza, l’uso della libertà, la ricerca della propria identità, la paura, l’amicizia, il bisogno di essere accolti.
Su queste tematiche vertevano le trecento opere e le decine di domande giunte agli organizzatori, domande raccolte nelle classi durante le attività e che sono andate a costituire la trama del dialogo di apertura tra i ragazzi stessi e le relatrici Maria Serena Agnoletti, docente di lettere, Giuliana Bendelli, ricercatore di lingua e letteratura inglese all'Università Cattolica di Milano, e Annalisa Teggi, traduttrice e pubblicista. Il dialogo si è spinto ben oltre l'approfondimento del testo, fino a toccare gli interrogativi e le dinamiche che costituiscono la natura umana: avere un amico è il bisogno fondamentale di ogni essere umano? Perché abbiamo bisogno di raccontare quello che facciamo o sentiamo? Siamo davvero liberi o sono le esperienze della vita che ci obbligano ad agire in un certo modo? Siamo costretti alla solitudine o c’è qualcuno che può rispondere alle nostre domande?
Spiega Gabriella Torrini, una delle ideatrici dell’iniziativa «L’esperienza di questi anni ci ha fatto maturare la consapevolezza che la conoscenza è, innanzi tutto, un atteggiamento giusto di fronte al reale, un atteggiamento che cerca di aprirsi a ciò che vuole conoscere, che sia una persona, un testo o qualsiasi altro oggetto che desta il nostro interesse. Per questo la preoccupazione che ci ha mosso è stata quella che noi insegnanti, per primi, potessimo incontrare l’autore attraverso le sue opere.
Il lavoro svolto fra i docenti anche mediante le web conference ha suggerito infatti non tanto di “spiegare” il testo, quanto piuttosto di ascoltarlo e interrogarlo. Questo metodo ha dato spazio ad una grande capacità di approfondimento ed ha consentito un’avventura di conoscenza di cui sono stati protagonisti insieme studenti e docenti»
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Un cammino impegnativo per il tempo e le energie che richiede ma, aggiunge una docente, «c’è solo da guadagnarci. Quando varie discipline lavorano ciascuna dal proprio punto di vista e con i propri strumenti attorno a una proposta che appassiona i ragazzi accade un apprendimento reale, emergono e si sviluppano competenze, si crea in classe un clima di collaborazione vera. Insomma, sono queste le esperienze di “scuola” che restano per sempre e anche quello che chiamiamo “svolgimento del programma” risulta facilitato. Aggiungo che per noi docenti è bellissimo avere l’opportunità di scoprire nei nostri ragazzi qualcosa di grande che durante l’attività didattica ordinaria può rimanere inespresso».

Dopo le attesissime premiazioni, al termine dal Convegno è stato annunciato l’autore su cui verterà l’edizione 2016 de Le Vie d’Europa: Joseph Conrad.