N. 1 - "Per dove dobbiamo andare?"

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"Vogliamo sapere, per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?” Il celeberrimo brano di Totò, Peppino e la malafemmina sembra incarnare le domande aperte, le titubanze e il dis-orientamento di tanti protagonisti della scuola di fronte alla nuova riforma voluta dall’UE, da realizzarsi attraverso le ingenti risorse del PNRR. A partire dall’anno scolastico appena iniziato, orientamento diventa la nuova parola chiave per attività didattiche, progetti, strategie e traguardi di competenze anche nelle scuole italiane.

Non è un cambiamento da poco. Per questo, come tutte le “rivoluzioni”, merita riflessioni che vanno assimilate. Anzitutto: che cosa significa orientare un essere umano in crescita? Perché oggi è così urgente orientarlo? E che cos’è la “didattica orientativa”? Perché essa può rappresentare una marcia in più rispetto ad altre forme di didattica? E ancora: verso quali lidi naviga la scuola italiana delle riforme del PNRR? La serietà e l’accuratezza con cui i docenti e le istituzioni proveranno a rispondere a tali questioni aperte - nonché ad impattare le attività didattiche che vanno programmate – rappresentano un prerequisito fondamentale per l’innovazione scolastica.

Pur essendo avviato l’anno scolastico, i primi passi della riforma, di fatto, hanno sollevato più domande e perplessità che piste organiche di risposta, anche in chi si è formato in estate accettando la sfida di diventare docente orientatore o tutor. È prevedibile e inevitabile, quindi, che i tentativi di quest’anno si portino dietro limiti di vario tipo.

Tuttavia un suggerimento cruciale vogliamo esprimerlo da subito: per un insegnante che voglia accogliere e vivere le nuove sfide della scuola di oggi – che non si riducono solo all’orientamento! – è imprescindibile aver cura della propria didattica. Cura di una buona didattica significa rafforzare la consapevolezza degli elementi-base dell’insegnamento, come ad es. i nodi fondanti delle proprie discipline; gli obiettivi da far perseguire in termini non solo di saperi ma di abilità e competenze; una valutazione libera dalla “tirannia” della media e dei voti; altre priorità che l’esperienza e l’ascolto dettano a un insegnante attento. Il tutto, senza il problema di assolutizzare le nuove “mode” - o “narrazioni” - della professione docente, quali la didattica per la cittadinanza attiva, la didattica per le character skills, la didattica per l’orientamento.

In altre parole, una didattica attenta alle esigenze formative e umane dei giovani contiene già degli spunti utili e tante volte originali per affrontare le novità pedagogico-didattiche, che spesso accentuano un fattore piuttosto che un altro perché magari, attraverso nuovi studi, emerge un’urgenza o una sollecitazione particolare.

Come associazione professionale attenta alla formazione e alle emergenze del mondo scolastico, intendiamo continuare il nostro lavoro sul tema dell’orientamento, anche durante il prossimo – vicinissimo – appuntamento bolognese della Convention Scuola 2023: un’occasione in più per partecipare e dialogare su questo e altri temi fondamentali!